Gli elementi della Democrazia


  • L'ethos democratico
  • Laicità democratica e suo relativismo
  • Il decalogo dell'etica democratica


    • L’ethos democratico

      Gli elementi della democrazia sono l'ethos democratico ed il metodo democratico.

      L’ethos democratico è l’etica, é il sentire di coloro che si riconoscono nei suoi valori. Mentre il metodo democratico ha avuto il suo esordio nell’antica Grecia, l’ethos democratico si è formato nel nostro continente nei secoli.

       

      Laicità democratica e suo relativismo.

       

      Da tempo si dibatte su quanto il cristianesimo possa aver causato la nascita della laicità e del relativismo della democrazia. Non vi è alcun dubbio sull’esistenza di questa influenza, solo che  la laicità nata nel 15° secolo con la riforma protestante non è nata con l’apporto del cristianesimo, bensì a causa del cristianesimo. L’ambizione del papato e dei reggenti cattolici di ristabilire in Europa il primato della chiesa di Roma e della religione cattolica portò ad un lungo periodo di conflitti religiosi intercristiani sfociati poi nella guerra dei trent’anni. A causa della vastità del conflitto e della numerosità dei paesi coinvolti alcuni studiosi la considerano la vera prima guerra mondiale.  L’esito dello stesso portò da un lato all’arretramento economico della popolazione tedesca, nonché alla sua diminuzione di almeno del 40% a causa di malattie, di carestie e di massacri dei civili, e dall’altro alla Pace di Vestfalia che si può considerare un compromesso tra le parti belligeranti. Questo compromesso fu possibile a causa del totale esaurimento delle risorse degli stati coinvolti e della loro stanchezza di guerreggiare.

      Dal punto di vista odierno questo trattato di pace siglato a Münster ed ad Osnabrück viene considerato un contributo importante alla determinazione delle sovranità nazionali ed alla convivenza pacifica tra diverse confessioni.

      In poche parole la tolleranza religiosa è stata la via d’uscita obbligata da questo immane conflitto generato dal cattolicesimo. In quella fatidica data abbiamo deciso di far uscire la religione dall’amministrazione della cosa pubblica ed di intraprendere la strada, segnata poi da Locke[1] e da altri pensatori, che portò alla rivoluzione atlantica. Ciò che all’inizio si estrinsecò come una prima faticosa pari opportunità nell’amministrazione pubblica – la città di Biberach ebbe un numero di pubblici amministratori equamente suddivisi tra protestanti e cattolici – divenne poi nel tempo un atteggiamento laico e relativistico. L’idea di sovranità passò dallo stato al cittadino ed alla sua capacità di autodeterminazione con la quale da un lato egli partecipa all’amministrazione della cosa pubblica e dall’altro si dedica alla sua religione senza cercare, con l’ausilio di questa, di ingerire nella vita dei suoi concittadini. Molti sono stati i pensatori e gli ideatori dei diritti umani che hanno contribuito a soddisfare la necessità dei cittadini di avere dei diritti. Malgrado grandi eventi negativi avvenuti negli ultimi due secoli, che sembravano fare arretrare culturalmente le nostre civiltà, siamo riusciti ad uscirne e a stabilire nuove regole democratiche insieme ai diritti e doveri di tutti.

       

      Tali sono stati sintetizzati  e trascritti in parte nel 1947 nella Costituzione Italiana e nel 1948 nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. E’ ciò che Hans Kelsen chiama la democrazia sostanziale.


       

      Il decalogo dell'etica democratica

      Zagrebelski nel suo Imparare democrazia[2] ha enucleato 10 punti di questa “Weltanschauung”, ne ha fatto un interessante decalogo che vorrei qui riproporre in minimi termini, rimandando il lettore a prendersi la briga di approfondire gli aspetti nel dettaglio.

       

       

       

      1) La fede in qualcosa.

      La democrazia....come istituzione di insieme e come potere che da essa promana non  ha fedi o valori assoluti da difendere ad eccezione di quelli sui quali essa stessa si basa: nei confronti dei principi democratici la pratica democratica non può essere relativistica.

       

      2) La cura delle personalità individuali

      La democrazia si basa sui singoli, non sulla massa.

      La sovranità sta nel cittadino e non nel popolo . I diritti e doveri attribuiti al cittadino nella carta costituzionale fanno riferimento al singolo.

       

      3) Lo spirito del dialogo.

      La democrazia è discussione, ragionare insieme. E’ stato detto che “nessuno, da solo e senza compagni”, può comprendere adeguatamente e nella sua piena realtà tutto ciò che è obiettivo, in quanto la realtà gli si mostra e gli si rivela sempre in un’unica prospettiva, conforme ed intrinseca alla sua posizione nel mondo.

       

      4) Lo spirito dell’eguaglianza

      La democrazia è basata sull’eguaglianza; è insidiata mortalmente dal privilegio. L’uguaglianza non è l’omologazione, la massificazione. Questa uguaglianza come omologazione è una condizione sociale e culturale, che deve essere combattuta dai singoli, affermando il proprio diritto all’originalità rispetto alla massa. (Vedi punto 2)

       

      5) L’apertura verso chi porta identità diverse

      La democrazia esige che le identità particolari siano ininfluenti rispetto alla pari partecipazione alla vita sociale, esige in breve di essere potenzialmente multi-identitaria.

       

      6) la diffidenza verso le decisioni irrimediabili.

      La strada per dire:” ci siamo sbagliati” deve rimanere sempre aperta.

       

      7) L’atteggiamento sperimentale

      La democrazia è orientata da principi ma deve imparare quotidianamente anche dalle conseguenze delle proprie azioni.. La politica democratica come pratica sempre rivedibile comporta un’attenzione particolare alle conseguenze dell’agire.

       

      8) Coscienza di maggioranza e coscienza di minoranza

      In democrazia, nessuna deliberazione ha a che vedere con la ragione o con il torto, con la verità o con l’errore. ....  Ogni deliberazione, in cui una maggioranza sopravanza numericamente una minoranza, non è una vittoria della prima ed una sconfitta della seconda; essa e’, invece, una provvisoria prevalenza che assegna un duplice onere: alla maggioranza di dimostrare, poi nel tempo a venire, la validità della sua decisione,  alla minoranza di insistere per far valere ragioni migliori.

       

      9) L’atteggiamento altruistico

      La democrazia è la forma di vita comune di esseri umani solidali tra loro

       

      10) La cura delle parole

      ...il mezzo che permette il dialogo, cioè le parole, deve essere soggetto di una cura particolare, come non si riscontra in nessuna altra forma di governo. Ecco perché la democrazia esige una certa eguaglianza –per così dire – della distribuzione delle parole.

      “E’ solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa di meno”. [3]  Ecco perché una scuola ugualitaria è condizione di democrazia.

       

      A questo ethos democratico si affianca la pratica democratica, o meglio,

      il metodo democratico, da alcuni considerato anche l’aspetto procedurale della democrazia.[4]



      [1]Giorgio Bongiovanni: Laicità e democrazia. Pag 6. La riflessione di Locke in Lettera sulla tolleranza mostra, sulla base della separazione tra sfera pubblica e privata, i motivi della tolleranza, ma, soprattutto, permette di evidenziare “il possibile conflitto tra la legge dello Stato e la coscienza del singolo in ambito morale-religioso”. La tolleranza, secondo un modello che resterà in tutta la storia del liberalismo, è fondata sulla individuazione delle legittime finalità dello Stato e sull’impossibilità di fissare i criteri razionali della verità religiosa. Nel primo caso, secondo uno schema che risale al Secondo trattato sul governo, uno Stato è legittimo se limita la sua azione alla garanzia di una serie di beni civili che, nella sua prospettiva, sono “la vita, la libertà, l’integrità del corpo, la sua immunità dal dolore, i possessi delle cose esterne, come la terra, il denaro, le suppellettili”. Le finalità dello Stato sono perciò circoscritte alla conservazione e promozione delle libertà dei cittadini. Per Locke, l’attività dello Stato è limitata a questi aspetti e non può “in alcun modo estendersi alla salvezza delle anime”. La necessità della tolleranza è poi posta in relazione alla impossibilità razionale della fissazione della verità religiosa: per Locke è impossibile stabilire, stante il fatto che “ogni chiesa è ortodossa per se stessa ed erronea o eretica per gli altri”, quale sia la “vera” religione




      [4] Anche in questo ambito non è netta la distinzione tra democrazia sostanziale e democrazia procedurale. Vedasi Anna Pintore – Democrazia senza diritti – In margine al Kelsen democratico: Noi tutti desideriamo avere sia la democrazia, che i diritti; il problema è come ottenere insieme le due cose, senza sacrificare l’una all’altra. La democrazia, come sappiamo, è una potenziale minaccia per i diritti, qualora la sovranità popolare non sia circoscritta da limiti. I diritti a loro volta sono una minaccia per la democrazia, sia nel senso che rappresentano una limitazione contenutistica al libero dispiegarsi della sovranità popolare, sia nel senso che affidano se stessi, la determinazione dei loro contenuti e la loro tutela, ad altri che non al popolo sovrano, altri che potrebbero diventare i signori dei diritti, gli amministratori del loro contenuto e dei loro confini.


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